Daniele Volpe, il “Fox” della Flairproject, vincitore di ‘Spirits’: “Noi bartender siamo come gli alchimisti, ma non offriamo la vita eterna, solo un modo per farla vivere meglio”

Daniele Volpe trionfa nella prima gara tra scuole romane. Per Spenuso sarebbe arrivato di sicuro tra i primi tre. Vediamo chi è questo bartender che viaggia sicuro, sempre a testa bassa, accumulando nel tempo sapere ed esperienza.

di Gaetano Massimo Macrì

 “Spirits – Mixology & Music”, l’evento che apriva l’anteprima dell’Outdoor festival, ha ‘costretto’ per la prima volta le migliori sei scuole di formazione romane a sfidarsi a duello. Ognuna con tre bartender, esaminati da una giuria popolare e una di super esperti del settore. Per la Flair Project è stato un successo. Il nostro Daniele “Fox” Volpe ha vinto, portando in alto anche il nome della scuola. Abbiamo seguito la manifestazione (leggi qui l’articolo su Blueblazer) e fatto due chiacchere con il vincitore e il nostro Spenuso, per raccontarvi ancora di più su quei momenti, sull’importanza di aver ricevuto una sana formazione e per farvi scoprire qualcosa in più sul nostro Daniele Volpe.

Proviamo a descrivere Daniele Volpe in 3 parole?

ciuciuvolpe per schedaDaniele Volpe: “La gente ci descrive spesso come maghi. In effetti l’arte che usiamo per miscelare deriva dall’alchimia che ricercava la pietra filosofale.
Noi di certo non offriamo la vita eterna, ma un modo migliore per trascorrerla, direi proprio di sì. Ogni cocktail che creiamo deve rendere piacevole la serata, deve rappresentare un giusto accompagnamento”.

Francesco Spenuso: “Metodico, appassionato, serio”.

Come ti sei avvicinato a questo mondo, cosa ti affascina?

Daniele: “Mi sono avvicinato all’età di 18 anni, quando un po’ per hobby andavo a bere da Carlo Piccerillo, un grande amico. Con lui mi sono avvicinato al bere bene e da lì poi la domanda: ‘perché non farmeli da solo a questo punto?’”

Quindi il corso in Flair Project. Come l’hai scoperta?

DanieleVolpe: “Grazie a Cristina Folgore, che ha iniziato qui anche lei. Aveva da poco finito il corso e me lo ha consigliato”.

Come sei arrivato a partecipare alla gara di Spirits?

Daniele Volpe: “Su chiamata di Spenuso, che mi ha raccomandato di partecipare, gli sembrava molto interessante, rivolta ai giovani e soprattutto non dava limiti alla fantasia dei partecipanti. Per cui potevo esprimere meglio me stesso”.

Francesco Spenuso: “Ci hanno contattato i ragazzi dell’ Outdoor festival, Omar El Asry in particolare, che tra l’altro è pure un barman, ha un locale sulla Garbatella. Ci conosceva come realtà, si è presentato qui a scuola per presentarci il progetto. Voleva mettere insieme le realtà formative di Roma, che come sappiamo sono troppe, per farle ‘scontrare’ dietro a un banco bar, presentando dei cocktail”.

Soprattutto dal punto di vista di una scuola di formazione, lo Spirits iniziale sulla carta vi ha convinto in toto?

Francesco Spenuso: “A noi è piaciuto subito il progetto, abbiamo aderito, mettendo però dei puntini. Volevamo che ci fossero le scuole giuste, lui aveva una lista un po’ lunga, mentre noi gli abbiamo consigliato di evitare alcune realtà più o meno serie, diciamo”.

Daniele, l’idea del cocktail, “Il conte al mare”, come ti è venuta?

Daniele Volpe: “Mi è venuta pensando al fatto che ci stiamo avvicinando all’estate, sapevamo di dover portare avanti l’idea di un aperitivo italiano. Per cui, pensando a un Negroni, tipico per l’aperitivo, ma molto strong, dovendolo riproporre in chiave estiva per me è stata una sfida. Da lì la sua versione julep”.

Ci sono stati alcuni momenti critici durante la gara?

Daniele Volpe: “Il più difficile è stato quando ho scoperto di dover presentare un altro cocktail per il secondo giorno. Non me lo aspettavo, né sapevo come si sarebbe svolta la gara”.

Una difficoltà percepita da tutti, visto che la maggior parte ha ripresentato lo stesso cocktail

Francesco Spenuso: “Esatto, anzi, Daniele è stato uno dei pochi a portare una nuova ricetta. Ha avuto in pratica solo una notte per pensarla. La gara nel primo giorno è finita alle 2:30 del mattino…”.

Dal tuo punto di vista, Francesco, osservando la gara dei tuoi ragazzi, hai intercettato un momento critico?

Francesco Spenuso: “Mah, se ti dicessi che sono partito per vincere sembrerei un coatto. Fondamentalmente sapevo che i miei tre ragazzi avevano le carte in regola per giocarsela con tutti. Ho creduto in loro, ho continuato a farlo con Daniele quando è andato avanti”.

Non percepivi che si trattasse comunque di una gara non solo di Daniele Volpe, ma anche della Flair Project?

Francesco Spenuso: “Io ci mettevo il nome, certamente. Ne ero consapevole. Anche quello mio personale. Non a caso sono rimasto sempre al fianco dei ragazzi, per tutta la durata dell’evento. Per regalargli una parola in più, uno schiaffetto, una battuta.  Quando ho visto i sei finalisti, ero convinto che Daniele sarebbe arrivato tra i primi tre. Era molto concentrato. Noi come scuola abbiamo fatto un’ottima figura, credo. E lui si è portato a casa il titolo e tutti i meriti della vittoria”.

Daniele Volpe: “Ho sempre preferito pensare a me stesso, durante la gara. Poi, se gli altri mi avessero superato, sarebbero stati bravi loro”.

Una battuta su Spirits?

Daniele Volpe: “Una gara che mi è piaciuta particolarmente, perché ti lasciava spazio per la fantasia, che secondo me è importante. Una gara in cui ti esprimi al momento, al meglio delle tue potenzialità”

Francesco Spenuso: “Location meravigliosa, evento molto colorato, un bel pubblico. Mi è piaciuto che in giuria abbiano chiamato dei giudici popolari, a rappresentanza del pubblico vero dei locali”.

Quali saranno le prossime mosse?

Daniele Volpe: “Parteciperò al Summer bartender festival del Singita, se la ricetta verrà accolta. Poi vedremo, può darsi che a settembre faccia altre gare, ma devo ancora decidere”.

Francesco Spenuso: “Ovviamente sono concentrato sull’organizzazione del Summer bartender festival citato da Daniele. Stiamo ultimando la seconda edizione. Da settembre ripartiamo coi corsi e i master. Dopo aver portato Simone Caporale, abbiamo in serbo un altro grande nome che vi svelerò più avanti. Magari ne parliamo in radio a Flair Project On Air…”.

Quanto è importante la corretta formazione di una scuola, in chiave lavorativa e, perché no, di partecipazione ad una gara?

Daniele Volpe: “Il corso è l’inizio. La scuola e il tuo insegnante ti offrono la base su cui lavorare. Se la base è solida, puoi lavorare bene. Se contiene delle falle, ti servirà il triplo dello sforzo in solitaria per recuperare. Io ho continuato anche a formarmi da solo, ma la base della Flair Project mi è assolutamente servita. Mi ha fatto affrontare alcune situazioni che mi sono capitate nella maniera giusta”.

Francesco Spenuso: “Facile fare un copia e incolla dei corsi, dire ai ragazzi che la vodka è un distillato di cereali, il rum proviene dalla canna da zucchero, ecc… Non è certo questo quello che noi offriamo ai ragazzi. Abbiamo allungato i corsi di 20 ore perché ci siamo resi conto che il mercato chiede di più e noi dobbiamo stare al passo coi tempi. Dalla merceologia avanzata, all’uso del jigger, la costruzione di cocktail che prima erano stati messi da parte mentre ora sono tornati di gran voga, richiede uno sforzo in più. Oltretutto vogliamo che i nostri ragazzi escano dall’aula con la voglia di ‘spaccare il mondo’. Li carichiamo al punto giusto, senza esagerare: qui fanno il primo passo, poi sotto coi libri e seminari, col lavoro, a testa bassa e umiltà. Devono capire che hanno scelto un lavoro difficile, che può dare grandi soddisfazioni. Se intraprendono la strada giusta, come ha fatto Daniele, lavorano nei posti giusti, e gli leggi ancora a distanza di anni la stessa voglia di studiare. La stessa voglia che dovrebbe avere il trainer nell’insegnamento”.

Facciamo un in bocca al lupo a Daniele per la vittoria. Mentre ci congediamo Francesco ritorna in aula per un corso, Daniele corre via a lavorare. Fa giusto in tempo ad avvisarci che il 26 giugno farà una serata speciale con Carlo Piccerillo a Le mura di San Lorenzo. Dopo il successo, dunque, si riprende a lavorare con la solita testa bassa e voglia di fare. Questa è la vita di un professionista da bancone.

Il conte al mare

7,5 ml zucchero liquido

20 ml Bitter Campari

30 ml Vermouth Cinzano 1757

30 ml Gin

Menta

Servizio in julep style con secchiello da mare e julep strainer sostituito da formina da spiaggia.

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